Residenza
invernale del King, in quel di val di Fiemme. Un nutrito gruppo
di amici del King si è ritrovato per festeggiare il Capodanno.
Esito?
Disastroso. Per una serie di maledette coincidenze e per l'ottusa
testardaggine del 90% del gruppo King and C., i ragazzi si sono
ritrovati a trascorrere il Capodanno percorrendo a piedi una ventina
di chilometri lungo le strade della valle alpina. Agognando una
festa con alcool e ragazze hanno valicato passi e percorso buie
gallerie, sfidato le intemperie e le crisi di fame, per arrivare
in una cazzo di festa di parrocchiali, che li hanno brutalmente
allontanati perchè non invitati. Alcool, ragazze, musica
sono svaniti come un miraggio, spazzati via dall'ostilità
dell'azione cattolica verso i miscredenti e gli eretici, che vengono
riaccompagnati al punto di partenza della tappa: la residenza del
King, lontana da discoteche, locali e quant'altro la ridente valle
alpina possa offrire ai giovani in villeggiatura.
"Pagliacci!", quell'urlo rieccheggiava nella notte, come
se un lupo mannaro avesse alterato le sue corde vocali e così
ora richiamasse le sue giovani ed ingenue vittime. "Pagliacci"
rieccheggiava nelle nostre menti, perchè in tal modo ci aveva
apostrofati uno del notro gruppo prima della partenza, ricordandoci,
inascoltata Cassandra della situazione, che stavamo per fare un'enorme
cazzata.
P.R. era un personaggio straordinario, che dietro il suo comportamento
talvolta pazzoide ed incomprensibile, nascondeva una mente lucida
e razionale, capace di discernere il giusto percorso delle cose
(procreò in anticipo, dimostrandoci come l'anticipo sia regola
d'oro che porta a risultati positivi sia nei giochi di palla/e come
nella vita). "Pagliacci, siete solo dei pagliacci!", quante
volte aveva ripetuto quella frase, fino a seccarsi la gola, cercando
invano di farci desistere dalla nostra folle migrazione verso lo
Shangrilà delle feste, popolato da splendide fanciulle che
avrebbero massaggiato con oli corroboranti le nostre stanche membra.
Partimmo, caminammo e tornammo, con quel senso di incredulità
per come avevamo passato il Capodanno, che ci suscitava una incontrollabile
ilarità, agevolata anche dalla cospicua quantità di
alcool ingurgitato durante l'intero percorso (sia per il freddo
che contro la fatica).
La notte fu breve e ci ritrovammo alla fermata dell'autobus, pronti
per il viaggio di ritorno in città, viaggio che si sarebbe
rilevato una seconda, splendida avventura.
L'ante
factum per noi sette (tanti eravamo) è stato scritto. Il
secondo protagonista del resto della storia aveva probabilmente
ricordi ben diversi riguardo il suo capodanno. Non sappiamo, ma
possiamo immaginare per lui una tranquilla serata con famiglia ed
amici, facendo attenzione a non bere troppo e bestemmiando in fiammazzo
(dialetto locale, n.d.r.), per essersi beccato anche questa volta
il primo turno il primo dell'anno alla guida del pulmann di linea.
Il tempo era pessimo, cadevano fiocchi di neve grandi come patate
e questo non rese certo più tranquillo il nostro pilota di
mastodonti blù. Inoltre, fatto che fece girare le palle in
modo vorticoso all'autista, la portiera anteriore era ghiacciata
o guasta e rimaneva pertanto spalancata, lasciando entrare gelidi
aliti di vento che ricoprivano di brina lui e disturbavano non poco
i passeggeri.
Già si prospettava un viaggio di merda per il dipendente
della società di trasporti trentina, quando, ad una delle
prime fermate, salimmo noi.
Normalmente eravamo personcine a modo, ma dopo il Capodanno di merda
condito dalle irrorazioni alcoliche, avevamo letteralmente perso
il controllo della ragione (seppure i fatti precedenti dimostrassero
che di buon senso non ne avevamo affatto). Ed il King er veramente
scatenato.
"Questa porta aperta è una vergogna!" disse il
King in atto provocatorio dopo soli 50 m di strada. Gli altri passeggeri,
che ci presero sul serio, cercarono un'impossibile mediazione "Ma
guardate che l'autista non può farci niente, si tratta di
un guasto".
Lo sguardo inviperito dell'autista si proiettava sullo specchietto
retrovisore per centrare gli occhi del King, il quale, sempre più
calato nel suo ruolo rivoluzionario di rompiballe, si alzò
in piedi e tuonò " ALLORA QUESTO E' UN AUTOBUS DI PAGLIACCI!!!"
Ci furono 30 secondi di silenzio. Per noi "pagliacci"
era un urlo liberatorio, di catarsi da quella notte folle. Ed il
King lo aveva urlato al mondo intero, senza però considerare
le conseguenze del suo gesto.
La brina che ricopriva la divisa dell'autistà evaporò
in un istante, e le sue guance si accesero di un rosso fuoco. Il
suo sguardo di guerriero celtico fedele al PPTT si fece ancora più
velenoso e tagliente ed andò a duellare con lo sguardo irriverente
e scanzonato del nostro King.
L'autista frenò e disse, accentando molto le "u"
in tipica cadenza locale "E alora, il piU' pagliaccio di tutti
el scende sUbit!!". Silenzio. Noi sprofondavamo nei sedili,
immaginavamo già un indecoroso ritorno in autostop, ma il
King mantenne la sua lama tagliente, il suo sguardo irrispettoso
di sfida, centrato sulle contratte pupille dell'autista. Il silenzio
durò ancora un pò e poi........
Non so se fu ipnosi, magia, carisma kinghesco, ma successe l'inimmaginabile.
L'autista scese, ben conscio che in tal modo, secondo la sua affermazione
e a rigor di logica si attribuiva il ruolo di "più pagliaccio
di tutti". Sotto la tormenta di neve ed il vento gelidò
si sdraiò a terra, si infilò sotto la carlinga di
quel Boing senza ali, e, sporcandosi di grasso e fango, armeggiando
con una grossa chiave inglese, riuscì ad aggiustare la portà
del bus.
Non ricordo se, una volta risistematosi al posto di guida, l'autista
venne addolcito da un appaluso dei passeggeri oppure no, ma ciò
che ricordo è lo sguardo dei presenti verso il King. Uno
sguardo fra l'ammirazione e la paura, fra l'incredulità e
la venerazione, verso un personaggio apparentemente innocuo ma che
si era imposto con una autorevolezza sorprendente. Neppure Lucas
aveva saputo condensare nella sua trilogia in maniera tanto eloquente
il concetto di "forza". Chi era costui? Chi era quel giovincello
un pò alticcio che aveva saputo tener testa al suo avversario
nel duello con la società di trasporti più potente
dell'intero trentino orientale?
Era il King, colui che si diffonde, ora, attraverso UgoNet, e sempre
ci difende dalle porte spalancate che creano vortici gelidi nella
nostra vita. Era colui al quale, minimo, avrebbero dedicato nel
giro di 13 anni un sito in internet.Benvenuti in UgoNet, benvenuti
nel kingdom del king...... e "la Forza sia con voi!".
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