Capodanno 1985-86 (credo)

Residenza invernale del King, in quel di val di Fiemme. Un nutrito gruppo di amici del King si è ritrovato per festeggiare il Capodanno. Esito?
Disastroso. Per una serie di maledette coincidenze e per l'ottusa testardaggine del 90% del gruppo King and C., i ragazzi si sono ritrovati a trascorrere il Capodanno percorrendo a piedi una ventina di chilometri lungo le strade della valle alpina. Agognando una festa con alcool e ragazze hanno valicato passi e percorso buie gallerie, sfidato le intemperie e le crisi di fame, per arrivare in una cazzo di festa di parrocchiali, che li hanno brutalmente allontanati perchè non invitati. Alcool, ragazze, musica sono svaniti come un miraggio, spazzati via dall'ostilità dell'azione cattolica verso i miscredenti e gli eretici, che vengono riaccompagnati al punto di partenza della tappa: la residenza del King, lontana da discoteche, locali e quant'altro la ridente valle alpina possa offrire ai giovani in villeggiatura.
"Pagliacci!", quell'urlo rieccheggiava nella notte, come se un lupo mannaro avesse alterato le sue corde vocali e così ora richiamasse le sue giovani ed ingenue vittime. "Pagliacci" rieccheggiava nelle nostre menti, perchè in tal modo ci aveva apostrofati uno del notro gruppo prima della partenza, ricordandoci, inascoltata Cassandra della situazione, che stavamo per fare un'enorme cazzata.
P.R. era un personaggio straordinario, che dietro il suo comportamento talvolta pazzoide ed incomprensibile, nascondeva una mente lucida e razionale, capace di discernere il giusto percorso delle cose (procreò in anticipo, dimostrandoci come l'anticipo sia regola d'oro che porta a risultati positivi sia nei giochi di palla/e come nella vita). "Pagliacci, siete solo dei pagliacci!", quante volte aveva ripetuto quella frase, fino a seccarsi la gola, cercando invano di farci desistere dalla nostra folle migrazione verso lo Shangrilà delle feste, popolato da splendide fanciulle che avrebbero massaggiato con oli corroboranti le nostre stanche membra.
Partimmo, caminammo e tornammo, con quel senso di incredulità per come avevamo passato il Capodanno, che ci suscitava una incontrollabile ilarità, agevolata anche dalla cospicua quantità di alcool ingurgitato durante l'intero percorso (sia per il freddo che contro la fatica).
La notte fu breve e ci ritrovammo alla fermata dell'autobus, pronti per il viaggio di ritorno in città, viaggio che si sarebbe rilevato una seconda, splendida avventura.

L'ante factum per noi sette (tanti eravamo) è stato scritto. Il secondo protagonista del resto della storia aveva probabilmente ricordi ben diversi riguardo il suo capodanno. Non sappiamo, ma possiamo immaginare per lui una tranquilla serata con famiglia ed amici, facendo attenzione a non bere troppo e bestemmiando in fiammazzo (dialetto locale, n.d.r.), per essersi beccato anche questa volta il primo turno il primo dell'anno alla guida del pulmann di linea.
Il tempo era pessimo, cadevano fiocchi di neve grandi come patate e questo non rese certo più tranquillo il nostro pilota di mastodonti blù. Inoltre, fatto che fece girare le palle in modo vorticoso all'autista, la portiera anteriore era ghiacciata o guasta e rimaneva pertanto spalancata, lasciando entrare gelidi aliti di vento che ricoprivano di brina lui e disturbavano non poco i passeggeri.
Già si prospettava un viaggio di merda per il dipendente della società di trasporti trentina, quando, ad una delle prime fermate, salimmo noi.
Normalmente eravamo personcine a modo, ma dopo il Capodanno di merda condito dalle irrorazioni alcoliche, avevamo letteralmente perso il controllo della ragione (seppure i fatti precedenti dimostrassero che di buon senso non ne avevamo affatto). Ed il King er veramente scatenato.
"Questa porta aperta è una vergogna!" disse il King in atto provocatorio dopo soli 50 m di strada. Gli altri passeggeri, che ci presero sul serio, cercarono un'impossibile mediazione "Ma guardate che l'autista non può farci niente, si tratta di un guasto".
Lo sguardo inviperito dell'autista si proiettava sullo specchietto retrovisore per centrare gli occhi del King, il quale, sempre più calato nel suo ruolo rivoluzionario di rompiballe, si alzò in piedi e tuonò " ALLORA QUESTO E' UN AUTOBUS DI PAGLIACCI!!!"
Ci furono 30 secondi di silenzio. Per noi "pagliacci" era un urlo liberatorio, di catarsi da quella notte folle. Ed il King lo aveva urlato al mondo intero, senza però considerare le conseguenze del suo gesto.
La brina che ricopriva la divisa dell'autistà evaporò in un istante, e le sue guance si accesero di un rosso fuoco. Il suo sguardo di guerriero celtico fedele al PPTT si fece ancora più velenoso e tagliente ed andò a duellare con lo sguardo irriverente e scanzonato del nostro King.
L'autista frenò e disse, accentando molto le "u" in tipica cadenza locale "E alora, il piU' pagliaccio di tutti el scende sUbit!!". Silenzio. Noi sprofondavamo nei sedili, immaginavamo già un indecoroso ritorno in autostop, ma il King mantenne la sua lama tagliente, il suo sguardo irrispettoso di sfida, centrato sulle contratte pupille dell'autista. Il silenzio durò ancora un pò e poi........
Non so se fu ipnosi, magia, carisma kinghesco, ma successe l'inimmaginabile.
L'autista scese, ben conscio che in tal modo, secondo la sua affermazione e a rigor di logica si attribuiva il ruolo di "più pagliaccio di tutti". Sotto la tormenta di neve ed il vento gelidò si sdraiò a terra, si infilò sotto la carlinga di quel Boing senza ali, e, sporcandosi di grasso e fango, armeggiando con una grossa chiave inglese, riuscì ad aggiustare la portà del bus.
Non ricordo se, una volta risistematosi al posto di guida, l'autista venne addolcito da un appaluso dei passeggeri oppure no, ma ciò che ricordo è lo sguardo dei presenti verso il King. Uno sguardo fra l'ammirazione e la paura, fra l'incredulità e la venerazione, verso un personaggio apparentemente innocuo ma che si era imposto con una autorevolezza sorprendente. Neppure Lucas aveva saputo condensare nella sua trilogia in maniera tanto eloquente il concetto di "forza". Chi era costui? Chi era quel giovincello un pò alticcio che aveva saputo tener testa al suo avversario nel duello con la società di trasporti più potente dell'intero trentino orientale?
Era il King, colui che si diffonde, ora, attraverso UgoNet, e sempre ci difende dalle porte spalancate che creano vortici gelidi nella nostra vita. Era colui al quale, minimo, avrebbero dedicato nel giro di 13 anni un sito in internet.Benvenuti in UgoNet, benvenuti nel kingdom del king...... e "la Forza sia con voi!".

 

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